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Salve, sono Sigolo

Difficoltà di adattamento


Robot Sirio ed Alice - isolamento sociale adolescenziale

Salve, mi chiamo Sigolo e sono un gelataio. Fin da bambino desideravo dare questo lavoro e come vedete alla fine ce l'ho fatta! Amo il mio lavoro, veder entrare le famiglie, adulti e bambini con la luce negli occhi ed uscire contenti e chiassosi con un bel gelato in mano tutti intenti a leccarlo cercando di non farne cadere nemmeno un po'.

Mi chiamano tutti "l'uomo del buonumore" ed ero felice. Poi è arrivata la pandemia e tutto è cambiato. Ora vedo entrare clienti silenziosi e con la mascherina non vedo più il loro sorriso, e loro non vedono il mio. In realtà dietro la mascherina il mio sorriso non c'è più. Devono entrare al massimo due alla volta; fuori gli altri si mettono in coda nervosi, e a volte se ne vanno spazientiti. Chi entra deve restare distanziato e lontano almeno un metro dal frigo, così non possono nemmeno scegliere per bene i loro gusti preferiti. All'entrata si devono disinfettare le mani con lo spray che a volte si blocca o spara il gel in tutte le direzioni. Naturalmente io devo anche controllare uno ad uno i loro greenpass e capita che qualcuno si arrabbia e se ne va alzando la voce. I fortunati che riescono a comprare il gelato poi fanno equilibrismi per non sporcare la mascherina, e ovviamente distanziati e in silenzio. Il piacere che avevo per il mio lavoro si è trasformato in una tortura. Vado al lavoro svogliato, spesso in ansia e temo di non reggere economicamente. Troppe regole, vincoli, divieti, ostacoli, impedimenti. Ma com'è possibile? Anch'io ormai sono cambiato. Non mi sento più "l'uomo del buonumore". Che cosa mi sta succedendo? Anche il gelato non mi sembra più gustoso e squisito come una volta ed ho smesso pure di assaggiarlo. Tutto mi sembra una tortura ... non so come uscirne ...

 
 
 

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