Salve, sono San Turacciolo da Franciacorta
- Elena Belletti
- 28 ott 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Nascondere le proprie fragilità

Salve, sono San Turacciolo da Franciacorta. Un tempo non ero affatto così. Ero un mezzo delinquente. Frequentavo infime bettole e i peggiori bar di Caracas. Prima di ridurmi ad essere un ubriacone ero una persona come tante, avevo solo un vezzo, una "fissa", facevo tutto da dolo e non chiedevo mai aiuto agli altri. Come nella pubblicità, vi ricordate "l'uomo che non deve chiedere mai!"? Nascondere le mie vulnerabilità mi sembrava una giusta filosofia di vita. Essere perfetti, invulnerabili appunto. Ma poco alla volta sono sono viste le prime crepe, le prime defaillances e non riuscivo più a sostenere il castello inviolabile che mi ero creato. La corazza che mi faceva sentire un superuomo un po' alla volta mi stava soffocando. E così, per la vergogna di sentirmi come tutti gli altri se non peggio, sono sparito. Ho smesso di frequentare gli amici, i colleghi e ho iniziato prima ad impasticcarmi, poi a bere. Quando bevevo mi sentivo ancora un vero uomo, ma gli altri hanno iniziato a vedere chi ero davvero e molti si sono allontanati. Finché, giunto in fondo al barile, ho iniziato a chiedere aiuto e la mia vita è cambiata. Con stupore mi sono accorto che raccontare e far vedere le mie fragilità, anziché allontanare schifati gli altri, li attirava a me. Mi sono reso conto che la vulnerabilità è bella e non l'avrei mai detto. Chi mi conosce ora dice che sono un santo, e come ogni santo faccio delle mie vulnerabilità una forza



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